Etica della responsabilità

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Malgrado le reazioni tiepide o contrariate di vari esponenti politici, anche nel nostro paese si fa sempre più concreta la possibilità di un provvedimento simile a quello stabilito dal presidente francese Macron, tale per cui da agosto solo ai detentori del Covid green pass* sarà permesso di accedere a bar, ristoranti, centri commerciali, luoghi di cultura e mezzi di trasporto a lunga distanza.

Siccome i tamponi, salvo prescrizione medica, non saranno più gratuiti (€49 per il PCR, €29 per l’antigenico) è evidente lo scopo di indurre la popolazione restia a vaccinarsi. Del resto, il capo di stato transalpino è stato esplicito: “La vaccinazione di tutti i francesi è l’unica via per un ritorno alla normalità. Faremo portare il peso di nuove restrizioni a chi non è vaccinato”. L’intimidazione ha avuto successo, visto il boom immediato delle richieste di vaccinazione.

L’argomentazione dominante a favore del provvedimento è all’insegna della ‘etica della responsabilità’: nessuno può scaricare sugli altri le conseguenze del proprio comportamento individuale, posizione che spesso si spinge fino alla possibilità di negare le cure del servizio sanitario nazionale se si contrae la malattia (come già proposto a suo tempo da Burioni e oltranzisti vari).

Mettendo da parte fideismi, ideologismi e fobie personali ma ragionando con lucidità (cioé in termini prettamente matematici), è abbastanza facile ergersi a campioni di filosofia morale riguardo alla vaccinazione anti-covid, perché i rischi di reazioni avverse gravi sono relativamente molto bassi (qui tutti i dati più recenti forniti dall’AIFA). Statisticamente parlando, è molto più ‘coraggioso’ assumere altri tipi di farmaci o guidare in autostrada. Insomma, i vantaggi superano di gran lunga gli svantaggi.

Se tale etica della responsabilità fosse però coerentemente allargata a tutti i comportamenti sociali – se cioé si passassero al setaccio le esternalità causate dal cibo che mangiamo, dai mezzi di trasporto che impieghiamo, dagli oggetti che compriamo e utilizziamo, dalle nostre abitudini, ecc. – ho la netta impressione che il numero di adepti degli imperativi categorici calerebbe drasticamente.

Infatti, mutatis mutandis, il corrispettivo del decreto di Macron in altri campi sarebbero norme del tipo “pianta alberi per sequestrare la CO2 emessa dai veicoli di cui hai usufruito”, “paga per il trattamento dei liquami causati dall’allevamento intensivo da cui ha avuto origine la carne che hai mangiato”, “curati in autonomia i disturbi da alimenti che sapevi essere irrorati da pericolosi pesticidi”, ecc.

Sia chiaro, non sto necessariamente auspicando un regime di questo genere, anche se da sempre sostengo il dovere per i produttori di accollarsi gli oneri delle esternalità provocate. Se però la responsabilità deve davvero assurgere a faro della nostra società, che lo sia a tutto tondo e non venga confinata a pochi comodi ambiti.

“Agisci in modo tale che le conseguenze della tua azione siano compatibili con la permanenza di un’autentica vita umana sulla terra” (Hans Jonas)

*A scanso di equivoci e/o interpretazioni malevole, il sottoscritto è in possesso del green pass nella versione più favorevole (vaccinazione completata con doppia dose).

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Nasco a Milano il 7 febbraio 1978. Sono un docente precario di italiano e storia nella scuola superiore, interessato ai temi della sostenibilità ambientale e sociale. Insieme a Jacopo Simonetta ho scritto 'La caduta del Leviatano. Collasso del capitalismo e destino dell'umanità, edito da Albatross Il Filo.

1 commento

  1. Caro Igor, l’etica della responsabilità, oggi come oggi, vuole che ognuno si assuma responsabilmente la difesa delle proprie idee, le proprie adesioni, i propri rifiuti. In questo tuo ultimo articolo leggo un eccesso di diplomazia che stona con i tempi in cui viviamo. Tempi che a mio modo di vedere stanno assumendo connotati sempre più foschi. La limitazione delle libertà personali, per tutti o per alcune categorie, sta diventando la normalità. La maggioranza (silenziosa) accetta questa limitazione a fronte di una speranza di salute e di così detta “normalità”. Quello che è peggio è che la richiesta pressante di aderire e condividere le misure restrittive avviene sulla base di una narrazione falsa e contrabbandata come scientificamente fondata. Credo che stia arrivando il tempo di una nuova Resistenza, il tempo in cui si può dire SI’ o NO, ma non NI. Poiché questo è solo un commento cerco di non debordare con le parole e mi limito ad indicare a te e agli eventuali lettori i link ai miei due ultimi post fb, dal titolo rispettivamente CITTADINI DI SERIE A E CITTADINI DI SERIE B ‘…. STIAMO ANDANDO IN QUELLA DIREZIONE e “ATTENZIONE, DENTRO CI SIAMO TUTTI. E’ IL POTERE CHE OFFENDE !” (Lucio Dalla – Le parole incrociate). Il primo è di oggi 17 luglio, il secondo di ieri 16 luglio. Entrambi sono sulla mia pagina fb a questo link https://www.facebook.com/danilo.tomasetta.7

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