Elena Cattaneo, il biodinamico e il debunking debunkato

10
2290

Personalmente non ho mai creduto nella ‘neutralità’, chi si vanta di perseguirla mi sembra dimostrare più che altro ignavia. Werner Heisenberg, con la sua famosa affermazione secondo cui “ciò che osserviamo non è la natura in se stessa ma la natura esposta ai nostri metodi d’indagine”, ha persino negato la possibilità stessa di un esame ‘oggettivo’ della realtà così come la intendeva la fisica classica.

Per tali ragioni, non credo nel debunking che si proclama imparziale confutatore di menzogne: il solo decidere cosa sbufalare o meno rappresenta di per sé una (legittima) scelta di campo. Attribuisco invece una grandissima importanza all’onestà intellettuale, cioé quell’atteggiamento grazie al quale non ti fai problemi ad ammettere la veridicità di fatti che collidano con credenze e valori personali. Senza di essa, non è possibile alcun dibattito sano ma proliferano solamente falsità e mistificazione.

Nella querelle sollevata dalla senatrice e biologa Elena Cattaneo riguardo alla proposta di legge del senatore Mino Taricco che equipara i prodotti da agricoltura biodinamica a quelli biologici, di onestà intellettuale se ne trova veramente poca. Specialmente da parte dei cultori del fact checking, che questa volta hanno preferito per lo più fare da cassa da risonanza per le tanto detestate bufale, avallando idiozie sul ‘finanziamento pubblico all’esoterismo’ e simili.

Sul Riformista il Senatore Taricco si è assunto l’onere di smontare punto su punto ogni accusa, sostituendosi ai professionisti del debunking. Per quanto riguarda la mia di onestà intellettuale, non mi faccio scrupolo a ribadire le perplessità sempre espresse nei confronti dei fondamenti filosofici alla base dell’agricoltura biodinamica e di un disciplinare che afferisce a un’azienda privata (la Demeter, una lobby però sicuramente meno potente e tentacolare di quella agroindustriale, con buona pace delle illazioni della Cattaneo). Senza contare poi chi sfrutta le stravaganze degli allievi di Rudolf Steiner per gettare fango sulla fondatezza scientifica di biologico e pratiche agroecologiche, per quanto del tutto estranei a tali concezioni (alla stessa maniera, mutatis mutandis si dovrebbero accusare Cattaneo, Bressanini & Co. di voler impiantare microchip nei cervelli della gente solo perché i transumanisti sono favorevoli a oltranza agli OGM).

La proposta di legge Taricco non legittima credenze astrologiche né attribuisce patenti di scientificità, bensì riconosce i riscontri empirici: è un dato di fatto che il disciplinare biodinamico, al pari di quello biologico, non preveda l’uso di sostanze chimiche di sintesi. Così come sono comprovati gli esempi di rigenerazione della fertilità dei suoli (scoprano gli scienziati se il cornoletame c’entri o meno, invece di invischiarsi in polemiche assurde). Da questo punto di vista (e solo da questo), non aveva senso rifiutarsi di estendere i riconoscimenti concessi al biologico anche al biodinamico, adeguandosi per altro a quanto prevedono i regolamenti europei in materia di agricoltura biologica fin dal 1991.

Chiudo riportando un post su Facebook che Luca Pardi ha dedicato alla questione. Siccome Luca, al pari della Cattaneo, è uno scienziato (Primo Ricercatore presso Consiglio Nazionale delle Ricerche- Istituto per i Processi Chimico- Fisici), ritengo la sua opinione particolarmente significativa. Ancora di più pensando al successivo scandalo dei fanghi tossici di Brescia usati come fertilizzanti agricoli, che mi pare abbia traumatizzato la comunità accademica molto meno della biodinamica.

“Biodinamica. Tutti diventati agronomi per 24 ore. Solita simpatica letterina inutile e autoreferenziale degli scienziati certificati, di turno, il fisico, il medico, il biotecnologo, l’ingegnere, che tuonano contro la cornunghia, e invocano la scientificità delle pratiche. Che grandissimo paio di palle. In agricoltura, in effetti, il problema è la cornunghia e l’uso di qualche pratica esoterica che non è certificata da Elena Cattaneo. Non ci dormivo all’idea che c’è qualcuno che usa la cornunghia. Non è mica l’agricoltura industriale che inquina e degrada i suoli. Non sono i milioni di tonnellate di azoto che fissiamo nei suoli ogni anno in modo artificiale inquinando l’acqua dei fiumi e dei laghi. Il problema sono la cornunghia e la Tierra Preta che non sono certificati. La fate la letterina inutile autoreferenziale e rigorosamente scientifica sul declino delle specie di insetti indotto dalle nostre attività? Incluse, ovviamente, quelle agricole industriali? No? Non ci sono prove? Certo quanto cercare le prove non fa fare carriera nessuno cerca le prove. È meglio dedicarsi a qualche ricerchina di sicuro successo contornata di retorica tecno- progressista- liberal- scientista. Poi si lamentano dell’anti-scienza. Sono i migliori promotori dell’anti-scienza”.

CONDIVIDI
Articolo precedenteLe “api elettriche” di Amazon
Articolo successivoLa lunga discesa (recensione)
Nasco a Milano il 7 febbraio 1978. Sono un docente precario di italiano e storia nella scuola superiore, interessato ai temi della sostenibilità ambientale e sociale. Insieme a Jacopo Simonetta ho scritto 'La caduta del Leviatano. Collasso del capitalismo e destino dell'umanità, edito da Albatross Il Filo.

10 Commenti

  1. Anche stavolta sono stato indotto a scrivere su pressante sollecito: un medico di Pergine che aveva riso molto durante una mia presentazione sentendomi raccontare le sciocchezze del biodinamico ed è rimasto indignato dalla recente querelle.
    Ne hanno già scritto e parlato, con cognizione di causa, la Cattaneo ( e qui faccio una digressione: perché solo lei ha avuto tale coraggio? Un’amica deputata del PD mi ha dato la risposta: essendo senatrice a vita, la Cattaneo può permetterselo. Io ho altre istanze da portare avanti e verrei “bruciata” dalle potentissime lobby del Pensiero Unico che sostengono tutto l’ambaradan di questo falso ambientalismo) ed altri 20 coraggiosi scienziati italiani:
    “ Può il Paese di Galileo Galilei, sostenere economicamente pratiche magiche, peraltro facenti capo a un marchio registrato estero? In un’era di risorse particolarmente scarse, finanziare un’agricoltura che fa profitti, secondo i suoi stessi rappresentanti sentiti in audizioni parlamentari, almeno tre o quattro volte superiori rispetto alle pratiche agricole ordinarie, pare incomprensibile. Soprattutto, laddove lo Stato ritenga opportuno sovvenzionare alcuni tipi di attività economiche, è condizione necessaria ancorché non sufficiente che queste attività vengono svolte secondo i principi di razionalità e di conformità alle evidenze scientifiche”.
    E’ proprio qui il punto cruciale di tutta la questione: anche i biodinamici vogliono approfittare dei soldi pubblici. Non vedrei niente di male se degli aspiranti stregoni vogliano applicare la magia sui propri terreni. Ognuno è libero di pensare e fare le cose più assurde a casa propria. Ma non pretendere che noi si debba poi finanziare le loro assurdità. E qui mi fermo un attimo a spiegare un po’ meglio. Al settore biologico (a cui si vuole agganciare anche il biodinamico) vengono erogati circa 300 milioni l’anno e cioè parecchie centinaia di euro a ettaro e spesso indipendentemente dalle produzioni. Nelle regioni del sud vengono erogati parecchi milioni di euro per sovvenzionare decine di migliaia di ettari di incolto dove si raccolgono solo funghi e bacche! Metà della Sau “coltivata” come biologico sono in realtà solo dei terreni a pascolo, del tutto uguali a quelli usati da agricoltori tradizionali, con l’unica differenza che questi ultimi sono meno “furbi” ed intrallazzati dei primi) vanno al biologico ed anche al biodinamico quando questo si equipara nei metodi a questo. Questi 300 milioni di euro vanno ovviamente sommati ai normali contributi della PAC. Pur essendo anche io agricoltore non ricevo neanche un euro dalla PAC!
    E fin qui tutto sarebbe “legale”. Anche riguardo il normale Bio, trovo comunque scorretto finanziare con soldi pubblici delle attività che a ben vedere, e cioè calcolando bene tutti gli input, si rivelano essere più impattanti sull’ambiente rispetto ai metodi tradizionali. Inoltre mi chiedo perché premiare un metodo con la giustificazione che sia “virtuosa” sotto vari aspetti e contemporaneamente non perseguire il metodo tradizionale se si ritiene che questo sia colpevole. A logica si dovrebbe sempre intervenire attivamente per impedire che vengano ulteriormente compiuti dei “misfatti”. Tralascio per il momento queste contraddizioni e mi occupo dell’aspetto che più mi sta a cuore e cioè il finanziamento della ricerca pubblica di cui tutti conosciamo la nota carenza in Italia. Meno noto è che già con il Dm n. 73215 del 4 ottobre 2016, il Mipaaf ha istituito il “Comitato permanente di coordinamento per la ricerca in agricoltura biologica e biodinamica”. I media ne hanno parlato poco e il suddetto testo si trova solo nei siti del Sinab e della famigerata Coldiretti, mentre non risulta niente nei siti ufficiali del Mipaaf e della Gazzetta Ufficiale.
    Due giorni dopo la convenzione e a soli tre mesi dalla creazione del suddetto Comitato, il 22/12/2016 il Mipaaf ha stanziato quasi due milioni di euro (per la precisione 1.945.821,68 euro) per ricerche in tema di agricoltura biologica e biodinamica. In tre anni hanno prodotto qualche cosa? Non risulta. Così come non risultano risultati derivanti dai consistenti finanziamenti pubblici (20 milioni solo per la ristrutturazione del castello-laboratorio) elargiti alla Fondazione del demagogo Capanna per le sue ricerche genetiche “ alternative” con il metodo MAS. Nonostante questo (la lobby è fortissima e se ne frega dei risultati!), nel Gennaio 2021, questo finanziamento è stato più che raddoppiato: 4,2 milioni di euro. Fossero dati solo al Biologico, che comunque una qualche consistenza e valenza “scientifica” ce l’ha, non ci sarebbe niente di male, ma trovo assurdo estenderli anche a ricerche sulla magia ed esoterismo!
    A questo punto cito un fatto poco conosciuto e che mi tocca personalmente. Da quattro-cinque anni, dapprima in veneto (soprattutto provincia di Verona) e poi in altre regioni italiane, tra cui Lazio ed in particolare la zona di Latina, si sta assistendo alla moria di migliaia di ettari di kiwi per ragioni fino ad ora sconosciute. L’Italia, che da decenni era diventato il più grande produttore al mondo di questo frutto, sta inesorabilmente perdendo il suo primato. Personalmente a causa di questa misteriosa malattia, ho perso tre quarti delle piante e della mia produzione di kiwi. E basta percorre le strade a sud del lago di Garda per vedere migliaia di piantagioni completamente distrutte. I ricercatori di varie istituzioni pubbliche hanno cercato di capirci qualche cosa. Sono venuti anche dalla Nuova Zelanda e dalla Cina, ma senza trovare niente. Per continuare le ricerche servirebbero più fondi. Ad un problema reale che coinvolge migliaia di produttori ed una considerevole realtà economica, si negano i finanziamenti, che vengono invece raddoppiati alla magia ed esoterismo. Mi immagino le ricerche sul maggiore o minore effetto astrale derivante dallo spellare i topi quando sono vivi oppure già morti, oppure se per il Preparato 500 (cornoletame) riceve più energia astrale il corno sinistro oppure quello destro. O ancora: in itutti quei paesi dove non esistono cervi, si possono usare vesciche di antilope e se si di quale specie? Prevedendo un aumento delle aziende biodinamiche “à la page”, basteranno le vesciche dei cervi italiani, o dovremo importarle da altri paesi?
    Per chi non lo sapesse, sottolineo che le associazioni biodinamiche italiane fanno capo alla Demeter e.V . La sigla e.V sta per eingetragener Verein, e cioè di una associazione fra privati, registrata secondo l’ordinamento tedesco. La visura camerale del Handeslregister (l’equivalente delle Camere di commercio italiane) è scaricabile solo a pagamento
    La Demeter e.V. detiene il copyright sulla parola “biodinamica” (si può capire un brevetto su una qualche invenzione costata tempo, fatica, intelligenza e soldi, ma il brevetto solo sul nome?) assieme al logo utilizzato per identificare i prodotti biodinamici, e di conseguenza incasserà le corrispondenti royalty dalle associazioni italiane e dalle aziende ad esse affiliate, ricavando dunque profitti attraverso i contributi amministrati dal suddetto Comitato permanente ed erogati con Decreto ministeriale. Insomma, soldi delle nostre tasse che andranno a foraggiare un’associazione straniera che ha come scopo la diffusione di una pseudoscienza inventata di sana pianta dall’occultista svizzero Steiner, che in vita sua non si occupò mai di agricoltura.
    Non c’è da meravigliarsi se l’Italia è il paese europeo dove maghi, santoni, astrologhi e fattucchiere “ fatturano” di più, ed è il paese che l’Oecd (Organization for economic cooperation and development) colloca all’ultimo posto fra gli stati membri (cioè dopo il Messico e la Turchia) per gli investimenti nell’educazione pubblica e per la più bassa percentuale di laureati in discipline scientifiche (24%).

    Parliamo però di effetti pratici e cioè di fondi destinati a produrre cibo in modo più ecocompatibile. A fronte dei contributi stanziati dal Mipaaf (e cioè soldi solo nostri) per creare queste assurde commissioni di “esperti” su fantomatici studi, la Regione Andalusia (Spagna) nello stesso periodo ha ricevuto di 315 milioni di euro da Bruxelles (ovviamente in aggiunta ai fondi PAC, ben più consistenti dei nostri) per ammodernare i loro processi produttivi, adottando la “agricoltura ecologica”. Fondi già distribuiti ed utilizzati dalle aziende spagnole.
    Quello che più mi preoccupa è che questa querelle sul biodinamico venga percepita dal normale cittadino come facente parte dell’ambientalismo. Intendo quello vero e cioè quello che si sforza di produrre cibo a sufficienza e di sempre migliore qualità in maniera sostenibile. E di fronte a queste manifestazioni di magia, alla fine faccia di ogni erba un fascio e rifiuti anche la parte più razionale.

    • Anche stavolta sono stato indotto a scrivere su pressante sollecito

      Anche questa volta mi limito a invitare tutti gli amici del dott. Burlini che volessero contestare i miei scritti a farlo personalmente e non per interoposta persona rassicurando sulla mia non pericolosità.

      Ne hanno già scritto e parlato, con cognizione di causa, la Cattaneo ( e qui faccio una digressione: perché solo lei ha avuto tale coraggio? Un’amica deputata del PD mi ha dato la risposta: essendo senatrice a vita, la Cattaneo può permetterselo.

      Lei usa troppo spesso la mia piattaforma commenti per il suo gossip. Faccia nomi e cognomi assumendosi la responsabilità di quanto afferma oppure queste cose le scrive su altri spazi Web. Questo è un comportamento da parte sua che non tollererò più, anche perché un conto era tirare in ballo suoi presunti amici che usano gli OGM illegalmente o truffano la gente, un altro è tirare in ballo dei politici addirittura di livello nazionale. O dice esplicitamente le cose o se le tiene per sé.
      Siccome sta scrivendo da una piattaforma di commenti pubblica e si è identificato come Franco Burlini, io da questa sua affermazione potrei tirarci fuori un caso mediatico usando come riferimento la sua non meglio precisata gola profonda.
      C’era un supereroe – purtroppo non mi ricordo il nome – che aveva il potere di far confessare la gente, che così rivelava tutti i suoi peggiori misfatti… evidentemente esiste davvero ed è lei.

      Anche riguardo il normale Bio, trovo comunque scorretto finanziare con soldi pubblici delle attività che a ben vedere, e cioè calcolando bene tutti gli input, si rivelano essere più impattanti sull’ambiente rispetto ai metodi tradizionali.

      Anche lei a suo modo crede alle magie, anche se in maniera diversa da quelle degli adepti di Rudolph Steiner.

      Per il resto, chiunque abbia tempo e voglia (e soprattutto non sia prevenuto) può leggersi questo pezzo dove sono chiare le mie valutazioni sul biodinamico, sulla Demeter così come sulla ratio della legge e altri che ho scritto riguardo ai dubbi di certo modo di fare biologico e sulla farraginosità burocratico dei disciplinari.

  2. Anche stavolta si sottrae ricorrendo all’escamotage di soffermarsi solo sulle sciocchezze. Oramai mi sono abituato e mi adeguo al ribasso. Se amici o semplici simpatizzanti della causa ambientalista (il trentino che mi ha sollecitato l’ho incontrato solo una volta e nemmeno ricordo che faccia abbia, ed inoltre non aveva nemmeno letto il suo articolo. Voleva solo sapere come la pensavo riguardo le ultime querelle sul biodinamico), mi chiedono un parere, se posso rispondo. La causa mi interessa e mi dispiace vederla svilita e sputtanata. Ho quindi colto l’occasione del suo articolo per farlo. Al trentino ho inviato direttamente il testo. Riguardo alla deputata, non credevo fosse così difficile da comprendere come anche in politica sia necessaria la specializzazione, per cui ognuno si preoccupa e lavora solo (o soprattutto) per quelle cause e scopi che conosce meglio. Ed inoltre, considerando la pervasività del Pensiero Unico (per dire, tra i più forti oppositori degli OGM ci sono i politici della Lega, Zaia in primis) ,sono in molti a temere le inevitabili ripercussioni mediatiche nell’esporsi su un argomento che contrasta l’attuale Pensiero Unico sull’eco-bio-naturalchefaben. Probabilmente, come molte altre persone che conosco, anche la deputata teme il linciaggio mediatico (e non ha tempo e voglia di difendersi) da parte del vasto novero di odiatori che si sentono forti e spalleggiati da questo Pensiero Unico. Non ci ho parlato direttamente, ma tramite un amico che la conosce meglio di me, le ho chiesto perché all’interno del PD solo la Cattaneo ha avuto coraggio. La risposta la conosce già.
    Di queste violente reazioni mediatiche ne ho fatto le spese anche io anni fa, quando ho scritto una lettera pubblicata sul Corriere. L’argomento era la BSE e oltre a far notare come fosse un problema sopravvalutato (per scopi commerciali: le multinazionali della soia hanno approfittato della paura per venderci milioni di tonnellate di farine proteiche vegetali), proponevo la soluzione alternativa di allevare struzzi, che pur essendo erbivori come le vacche, sono molto più efficienti e non hanno gli stessi problemi. Purtroppo non ho raccomandato di non pubblicare il mio indirizzo mail, per cui mi sono arrivate in pochi giorni un centinaio di mail (le conservo tuttora) di cui alcune di approvazione e la stragrande maggioranza di insulti ed anche di pesanti minacce non solo a me, ma anche a familiari, da parte di animalisti & Co.
    Lo stesso è capitato più recentemente ad un mio collega dopo aver scritto qualche cosa a difesa degli allevamenti intensivi.
    A tutto questo aggiungo un’osservazione fatta da mia moglie. Certe posizioni oltranziste sul vegetarianesimo, l’animalismo, l’avversione ai vaccini ed altre “manie”, come appunto la fede nell’irrazionale magico del Biodinamico, è indubbio che siano portate avanti soprattutto da donne. Spero abbia notato come coloro che all’interno del PD appoggino invece la causa del biodinamico, siano a stragrande maggioranza donne. A quelle donne che invece usano il cervello (come appunto mia moglie), dispiace molto controbattere e discutere con loro, soprattutto in un consesso misto, per una forma di solidarietà femminile.

    • Anche stavolta si sottrae ricorrendo all’escamotage di soffermarsi solo sulle sciocchezze.

      Non mi sottraggo da un bel niente, se non dal difendermi da cose che non ho scritto. Non devo giustificare la mia esistenza a Lei e soprattutto non devo ogni volta dissociarmi dalla guerre di religione in cui lei mi vuole coinvolgere. I miei dubbi su certificazioni dei disciplinari, Demeter li ho espressi varie volte, così come i pericoli del biologico che scimmiotta il convenzionale, ecc. Nell’articolo che ho scritto viene fuori chiaramente la mia posizione sui fondamenti filosofici del biodinamico e sul perché condivido gli aspetti della proposta di legge.

      Non ci ho parlato direttamente, ma tramite un amico che la conosce meglio di me,

      Quindi era per giunta un gossip per giunta ‘ricilato’ da un altro. Ottimo!

      Spero abbia notato come coloro che all’interno del PD appoggino invece la causa del biodinamico, siano a stragrande maggioranza donne.

      Lei e tanti altri confondete (se in buona fede o meno lo sapete voi) l’adesione alla fede filosofica steineriana con il riconoscimento dei riscontri empirici dell’agricoltura biodinamica, che sono due cose completamente diverse.

      Per il resto mi dissocio da qualsiasi insulto e minaccia abbia ricevuto e condanno questo modo di fare tipico e vigliacco che infesta il Web.

  3. Complimenti per la dimostrazione di comprensione ed oggettività: la precisa risposta ad una precisa domanda viene considerata gossip solo perché fatta per interposta persona. La deputata in questione (ovviamente mi rifiuto di darle il nome perché a differenza della sua scorrettezza nel divulgare il mio nome e cognome, io credo nel diritto alla privacy) è stata due volte a casa mia, portata da comuni amici, (ha voluto conoscermi dopo aver letto un mio vecchio libro di storia) ma sapendo quanto sia occupata, non le ho mai chiesto il numero di telefono o la mail personale. Qualche giorno fa per caso mi sono trovato a parlare della questione “biodinamica” con un comune amico (anche lui agricoltore ed aspirante sindaco, pur cosciente che nel Veneto a maggioranza fascio-leghista non verrà mai eletto) e dato che l’avrebbe sentita uno o due giorni dopo per altre questioni, l’ho pregato di porle la domanda sul perché la coraggiosa Cattaneo sia stata l’unica ad intervenire. E lei cortesemente mi ha risposto. Capisco che questo modo semplice per comunicare e capire le sembrerà strano, soprattutto per chi è abituato a spaziare nel cielo con i pesci su questioni esclusivamente teoriche.

    • Guardi, di situazioni kafkiane ne sono capitate tante con lei, ma questa cosa per cui dovrebbe avere qualche valore una confidenza che le sarebbe stata fatta addirittura de relato (cioé qualcosa che chiunque può millantare senza problemi) le batte tutto. Mi limito solo a rispondere a questa accusa:

      (ovviamente mi rifiuto di darle il nome perché a differenza della sua scorrettezza nel divulgare il mio nome e cognome, io credo nel diritto alla privacy)

      Lei in un commento all’articolo ‘Fine 2020, tempo di bilanci’ si è presentato come l’autore del libro Eresie Ambientaliste (scrive per la precisione: “Per scrivere il mio ultimo libro “Eresie Ambientaliste” ci ho messo un inverno per scrivere il 90-95% della bozza e 6 anni per controllare tutti i dati, leggendo centinaia di libri e migliaia di articoli”). Quindi è stato lei a rivelare liberamente la sua identità e a rinunciare alla ‘privacy’, non sono io che sono risalito dal suo indirizzo email o da altri dati per la registrazione al sito. Se veramente ritiene che abbia violato la legge la invito a sporgere regolare denuncia all’autorità giudiziaria nei miei confronti, altrimenti la diffido dall’attribuirmi comportamenti penalmente perseguibili.

  4. Con rammarico constato come sia evidente che, oltre a capire meno di niente sull’argomento agricoltura, non riesce a capire nemmeno la semplice differenza tra un comportamento corretto ed un reato.

    • E io senza rammaricarmi particolarmente le faccio notare che lei ha parlato espressamente di ‘diritto alla privacy’ che è qualcosa tutelato per legge, nel caso lei non lo sapesse. E se qui tra noi c’è uno scorretto è proprio lei che ha lasciato intendere che io abbia utilizzato le informazioni di registrazione al sito per scoprire e poi divulgare la sua identità, quando è stato invece lei stesso a rivelarla senza nessuna pressione in tal senso. Senza per altro mai cancellare il commento dove la rivela o chiedermi di non citarla per il suo cognome. Se questa cosa le dà fastidio non lo farò più, ma eviti per favore di darmi lezioni di correttezza e moralità che proprio non è il caso.

  5. Per dare lezioni è necessario che il discente sia in grado/disponibile a capire.
    Vedendo che uso (e continuo ad usare per timore dei soliti esaltati) un nickname e che non sono presente su alcuna forma di social, avrebbe dovuto capire da solo che non mi faceva piacere essere citato. Non ho reagito la prima volta, sia per rispetto, sia per non enfatizzare, aggravando il danno. Invece lei non ha capito e ha continuato. Per queste cose e per molte altre, ci vuole elasticità mentale.

    • Guardi Franco, finché si tratta di offese alla mia persona passi, quelle alla mia intelligenza le digerisco molto meno. La persona con nome e cognome che non si fa problemi a esprimere giudizi acidi sui libri e quando rilascia interviste a testate da centinaia di migliaia di lettori all’improvviso ha paura degli ‘esaltati’ per un blog che, quando va grassa, raggiunge 1500-2000 di visite al giorno? E dov’era questa fobia quando ha usato la piattaforma commenti di DFSN per fare promozione al suo libro, svelando così la sua identità?

      Glissiamo poi sulla sua richiesta di ‘rispetto’, alla luce di certi atteggiamenti che lei si è sempre permesso con me nonostante fosse una sorta di ‘ospite’ nella mia casa virtuale. Mi voglio concentrare invece su di un altro aspetto più importante, vista la piega degenerata che stanno assumendo questi scambi.

      Quando discutiamo nella piattaforma commenti di un sito non ci troviamo in una situazione di corrispondenza privata, essendo uno scambio potenzialmente visibile a tutti gli utenti del Web diventa automaticamente di pubblico dominio. Se adesso io iniziassi una campagna all’insegna dello slogan: “Legge sul biodinamico: Suonome Suocognome accusa i parlamentari PD di pavidità verso la lobby Demeter”, non credo proprio che starei violando alcuna legge. E chissà che fine farebbe la sua credibilità quando, di fronte alle prevedibili smentite, giustificherebbe di aver sbattuto sul Cyberspazio illazioni lesive della dignità di parlamentari in base a confidenze non meglio precisate di un suo misterioso amico.
      Visto che ha tanta paura degli ‘esaltati’, sappia che chiunque potrebbe leggere le sue affermazioni PUBBLICHE e montarci sopra un battage.

      Mi fa un po’ strano spiegarlo a una persona adulta, ma il Web non è una zona franca dove basta mettersi un nickname e come per magia spariscono educazione, correttezza e soprattutto leggi sulla diffamazione. La responsabilità delle proprie azioni vale anche in Rete.

Lascia un commento

Inserisci il tuo commento
Inserisci qui il tuo nome

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.