Le confessione di un non-influencer

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Oggi, in occasione dell’ultimo pezzo che scriverò per DFSN nel 2019, desidero esporre pubblicamente per iscritto la riflessione interiore che faccio sempre quando si avvicina la fine dell’anno, momento in cui soppeso i pro e i contro di proseguire la mia esperienza di piccolo blogger su questo sito. E’ un atto doveroso verso me stesso non solo (e non tanto) perché in questa attività investo tempo senza alcun ritorno economico (ci rimetto delle cifre contenute), ma soprattutto in quanto non ha senso esporsi in Rete, anche per piccoli numeri, senza costrutto. E così ne approfitto anche per augurare buon anno!

CONTRO

Ansia di aggiornamento. L’ultima cosa che voglio è trasformare DFSN nel blog di Igor Giussani, anche perché significherebbe accollarsi un onere non proprio leggerissimo: infatti, se non riesci a mantenere costantemente aggiornato un sito, nel mare magnum del Web ti condanni velocemente all’oblio più totale; da qui la necessità di mantenere almeno il ritmo di un post alla settimana. Già collaboratori di DFSN e nuove leve battete un colpo!

Paura di autoreferenzialità. Ricevere un numero relativamente basso di visualizzazioni non è di per sé problematico, l’importante è aver scritto articoli che, con tutti i loro limiti, in qualche modo abbiano ragione di esistere. Invece, il timore che l’ansia di aggiornamento si tramuti in desiderio di scrivere tanto per scrivere, magari andando dietro ai trend del momento o ripetendo clichè scontatissimi, è molto elevato. Coscienza, pensaci tu!

I guru settari. Rispetto a tre-quattro anni fa, ho cominciato a provare una certa disillusione verso l’ambiente dell’ecologismo radicale, avendo scoperto la vera natura di alcune figure del settore, anche di una certa rilevanza pubblica. Si tratta di persone che, per quanto magari perseguano effettivamente stili di vita a impatto zero, umanamente parlando trasudano egocentrismo, rifiutano qualsiasi critica o confronto, desiderano solo schiere di adepti adulanti e, se pubblicamente si mostrano misurati e pacati, nel privato si rivelano di una meschinità scandalosa. Il 2019, ahimé, mi ha fornito alcune importanti conferme in tal senso. Coscienza (degli altri), pensaci tu!

Il pubblico dei social network. I social network sono oramai un male necessario per i blogger (piccoli e grandi) al fine di attrarre un po’ di visibilità e attenzione. Beh, ma chi si interessa di argomenti importanti come decrescita, transizione, ecologia profonda ecc. dimostrerà ovviamente un comportamento ben diverso dai ragazzini che seguono musica trap e scemenze varie alla moda, giusto? Magari… Ecco una carrellata di fauna da Facebook che comincio a non sopportare davvero più:

  • l’inquisitore anti-moralista: tipico utente che attacca sul piano personale altre persone e, se richiamato a un comportamento più educato e a concentrarsi sugli argomenti dei post e non su chi li condivide, ti accusa immancabilmente di ‘moralismo’, ‘censura da politicamente corretto’ e altre idiozie Tra i peggiori annovero sicuramente i missionari della ‘decrescita dell’ego’, che solitamente si fanno vivi solo per affibbiare del narcisista a piccoli blogger colpevoli unicamente di diffondere i loro post sperando in una sana e costruttiva discussione: vi ringraziamo caldamente, ma sappiate che chiunque può capire da solo se qualcuno è narcisista o meno senza il vostro apporto, quindi potreste mostrare atteggiamenti più utili (o in alternativa tacere).
  • l’ecologista negazionista climatico: fino a qualche anno fa denunciava l’influenza antropica sul riscaldamento globale ma, da quando ci sono capi di stato, uomini d’affari o altri membri dell’élite che, a vario titolo, si dichiarano preoccupati del problema, allora il global warming non fa più cool, quindi è tutto un complotto delle aziende della green economy o comunque è un falso problema, bisogna piuttosto occuparsi della plastica, pensare che l’uomo possa cambiare il clima è delirio antropocentrico, ma quale caldo record in Australia mio cugino è a Melbourne e dice che si gira in maglioncino bla bla ecc. ecc..
  • il cyberbullo gandhiano: Tipica dinamica da social: Tizio sostiene una cosa/ Caio gli dimostra argomenti alla mano che sta sbagliando/ Tizio parte con gli attacchi personali. Oramai è la norma, ma è bizzarro se a comportarsi da bimbiminkia sono sedicenti cultori della non violenza gandhiana, educatori della maieutica reciproca e cose simili. Del resto, ho scoperto da tempo che il nostro ambiente è pieno di lupi travestiti da agnelli.
  • il censore ortodosso: tipico non-admin che, invece di formulare critiche nel merito del post, sentenzia che va eliminato perché “non rispecchia i principi di questo o quest’altro”.
  • il monocultore della mente che straparla di ‘pensiero critico’, ‘pensiero laterale’, ecc.: qualsiasi sia la idea/strategia/condotta di vita che perora, è immancabilmente l’unica vera possibile, tutte le altre sono solo illusioni, menzogne del sistema, ecc.

Non sorprende che alcuni, come il nostro ex collaboratore Roberto Contestabile (se mi leggi, un caro saluto), abbiano preferito sparire definitivamente dal cyberspazio stufi di tanto degrado. Pazienza, pensaci tu!

I doppiopesisti. Vabbeh, di quelli è pieno il mondo! Ma nel Web l’incoerenza è più che mai di casa. Karma, pensaci tu!

PRO

I miei venticinque lettori. Forse sono qualcuno di meno… Gli attestati di stima si potranno anche contare sulle dita di una mano, ma ripagano sempre e cancellano tutte le critiche distruttive, i flame e ogni altra robaccia.

L’illusione di capirci qualcosa. Spesso i miei articoli non sono altro che pensieri ad alta voce riordinati sulle interazioni tra società e biosfera. Confesso che, quello volte che mi pare di aver capito qualcosina sui meccanismi profondi di funzionamento del mondo, provo una soddisfazione appagante (anche quando poi scopri che qualcun altro c’era arrivato quarant’anni prima di te!). Sarà anche inutile sul piano pratico e non cambierà le cose, ma è davvero appagante.

Incontri gradevoli sul Web. Penso a come sono finito dentro il progetto Apocalottimismo, ad esempio, ma anche ad altre situazioni più effimere ma che ti lasciano comunque qualcosa dentro e che tutto sommato sarebbe brutto perdere. Persino i social network – la dico brutalmente – non sono solo merda.

Divertimento. Finché c’è… Alla fine è sempre il vero motore di tutto!

VERDETTO

Ci si rivede per il 2020! Tanti auguri di buon anno ai lettori di DFSN!

 

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Nasco a Milano il 7 febbraio 1978. Sono un docente precario di italiano e storia nella scuola superiore, interessato ai temi della sostenibilità ambientale e sociale. Insieme a Jacopo Simonetta ho scritto 'La caduta del Leviatano. Collasso del capitalismo e destino dell'umanità, edito da Albatross Il Filo.

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