Aspettando un messia

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immagine del messia

La crisi politica che si è aperta l’ agosto 2019 in Italia costringe tutti gli uomini di buona volontà (vi assicuro che ce ne sono ancora molti…) a porsi il problema di come evitare che l’Italia finisca nelle mani di un monocolore leghista a guida Salvini oppure, che forse è pure peggio, da un bicolore sovranista e xenofobo Lega – Fratelli d’Italia.
Voglio subito chiarire un punto importante. Un governo sfacciatamente di destra non è il male peggiore. Se non altro potrebbe avere il merito di cementare un’opposizione vera, ovvero un’opposizione che si prefigga di indicare un’alternativa reale a tutti i punti, facilmente immaginabili, che entreranno nel programma di un governo di destra. Chi pensasse che un tal governo si collochi in un’ottica anti-sistema (e qui mi scuso, ma devo dare per scontato cosa intendo per sistema, semplificando al massimo pensate al mito della crescita non-stop, al partito del PIL, alla bancocrazia, ecc ecc) è fuori strada. Nessun sovvertimento dei valori storici e recenti del nostro sistema sociale verrà mai preso in considerazione da un governo di destra.
Il male peggiore è contrapporsi alle scelte dei nuovi probabili governanti italiani con un balbettio di proteste e con un frazionamento in diversi schieramenti che contestano sterilmente ai nuovi padroni chi un eccesso di autoritarismo, chi la mancanza di solidarietà verso i poveri del mondo, chi l’allontanamento dalla centralità europea, chi l’isolamento nello scacchiere mondiale, o il vassallaggio nei confronti di Putin o di Tramp (la differenza è poca).
E’ per questo che ironizzando (ma neanche troppo) dico che ci vorrebbe un messia e pensando a questa figura allargo subito lo scenario non più alla sola Italia, ma al mondo intero.
Oggi ci vorrebbero le nuove tavole dei 10 comandamenti per affrontare le questioni basilari per la sopravvivenza dell’uomo e del pianeta e per codificarle in un decalogo rivoluzionario e totalmente antagonista rispetto al modello di “sviluppo” (sic !) dominante.
Mi diverto qui a ipotizzare quali potrebbero essere i 10 comandamenti che il messia dovrebbe diffondere e attorno ai quali si potrebbe costruire una speranza di futuro.
1 – AMBIENTE I mutamenti climatici e il degrado ambientale sono quasi ad un punto di irreversibilità. Quindi smettiamola di parlare di sviluppo sostenibile (è un inganno!) e rendiamoci conto che solo un cambiamento drastico e radicale del nostro stile di vita può darci un briciolo di speranza. Tradotto vuol dire riduzione drastica dei consumi, del fabbisogno energetico, delle abitudini alimentari, del packaging.
2 – DISUGUAGLIANZA Non è possibile concepire un mondo in cui il 5% della popolazione detenga il 90% della ricchezza (e sono pure stato ottimista con le percentuali). Un mondo così diseguale non ha futuro ed ha come sbocco la violenza e i bagni di sangue.
3 – LAVORO Il lavoro non è un valore, ma una necessità. Poiché è inevitabile che la maggior parte dei lavori siano poco gratificanti è meglio che il tempo del lavoro sia ben bilanciato col tempo libero. Riprendiamoci il vecchio slogan “lavorare tutti, lavorare meno”. Quello che deve crescere per ognuno è il tempo dell’ozio (e qui spererei che fosse noto alla maggior parte dei lettori il valore che i latini davano all’ozio).
4 – CRESCITA DEMOGRAFICA la procreazione non va incentivata, ma disincentivata. La casa di tutti noi, la terra, è un mondo finito e non può sopportare una crescita infinita della popolazione. Il proletariato di Marxiana memoria si chiamava così perché i figli (la prole) erano braccia utili a portare il salario in famiglia. Oggi però il problema è un altro, ovvero che stiamo diventando troppi, per cui la vecchia casa ci va stretta.
5 – SOLIDARIETA’ La conoscenza, il confronto e lo scambio culturale tra popoli ed etnie diverse è un fattore di ricchezza e di crescita umana. Il mondo sviluppato e benestante ha l’obbligo morale di condividere mezzi, risorse e conoscenza con chi stenta a vivere o vive nella povertà assoluta, nella fame e nella guerra
6 – ECONOMIA Bisogna bandire la finanza speculativa. Niente futures, niente warrant, niente derivati. Ogni azienda, a prescindere dalle sue dimensioni, deve avere un sottostante reale che ne determina il valore sul mercato. Vanno incoraggiati i capitani di industria che si lanciano in sfide coraggiose per produrre beni tangibili (ovviamente in senso lato, anche un nuovo software è un bene tangibile !), vanno banditi gli speculatori che prosperano sulle rovine altrui.
7 – SPECISMO Così come non è lecito sfruttare e uccidere i nostri simili, altrettanto dev’essere nei confronti delle altre specie viventi. Il primo crimine che va combattuto per varie ragioni è quello che si commette quotidianamente negli allevamenti intensivi. La parola stessa allevamento è fuorviante, andrebbe sostituita con lager, campo di sterminio, luogo di tortura. Solo il rispetto delle altre specie viventi può restituirci una parte della dignità perduta.
8 – DIRITTO ALLA DIGNITA’, FINO ALL’ORA DELLA MORTE prolungare il più possibile la durata della vita non è cosa buona. Nell’attuale società la maggior parte dei vecchi perdono la loro dignità, vengono dimenticati, isolati, parcheggiati, derisi. Perché dunque sviluppare una scienza medica che prolunga artificialmente la durata della vita? Possiamo rallegrarci della vita finché ci muoviamo sulle nostre gambe, ci nutriamo con le nostre mani, rimaniamo in pieno possesso della nostra capacità raziocinante. Quando questi requisiti vengano a mancare c’è solo umiliazione e tristezza.
9 – CONDIVISIONE Uno degli aggettivi più pericolosi nel linguaggio degli uomini è MIO. Siamo da troppo tempo condizionati a possedere e non avvezzi a condividere. Eppure lo sharing è una forma evoluta ed intelligente di possesso. La condivisione va estesa agli oggetti, alle auto, alle fonti del sapere fino alle abitazioni o almeno a parte di esse. Il ricorso alla condivisione, nei limiti del possibile, è una risorsa economica, ma anche un fattore di crescita della nostra capacità di relazione.
10 – DIRITTO ALLA BELLEZZA Nella musica, nella pittura, nella letteratura, nell’arte in generale c’è l’essenza della bellezza. Come del resto c’è nella natura fin tanto che non la sfregiamo. Tutti gli uomini hanno diritto a coltivare la bellezza. E’ per questo che devono avere tempo per farlo e maestri che li guidino nella propria ricerca di bellezza

Ecco, io aspetto un messia capace di divulgare questi 10 punti e di trasformarli in valori condivisi per un gran numero di persone. Se non vi piace la parola messia sostituitela con movimento, partito o con quello che volete. Ma so che non arriverà nessun messia e che nessun partito o movimento avrà mai abbastanza coraggio per portare avanti un siffatto programma. Quello che mi dà da pensare è che ho la certezza che in Italia, così come in Europa e nel mondo c’è un sacco di gente che sottoscriverebbe i punti del decalogo. Gente che però non ha rappresentanza politica, non ha un leader.
Il fatto è che per portare nelle piazze, nei dibattiti televisivi e parlamentari un programma come quello descritto ci vuole un grande coraggio, più o meno lo stesso che ebbe Mosè quando dovette guidare il suo popolo nella terra promessa.

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Avevo 60 anni quando ho cominciato a collaborare a questo blog, ora qualcuno in più. Mi occupo prevalentemente di musica, ma anche di informatica e di grafica web. La mia è una formazione umanistica (liceo classico, Scienze Politiche, Sociologia). Ho collaborato a lungo all'informazione e alla produzione di trasmissioni cultural-musicali di una nota emittente bolognese. Conosco il pensiero e le opere di Serge Latouche ed ho cominciato ad interessarmi con passione e continuità ai temi della decrescita dopo la lettura di "Entropia" di Jeremy Rifkin (10 anni fa). Vorrei contribuire, nel mio piccolo, ad arricchire queste tematiche e a dare una speranza soprattutto alle nuove generazioni.

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