Non scherzo, sono felice che finalmente sia stata organizzata questa benedetta manifestazione a favore della TAV, sempre tanto vociferata ma rimasta sulla carta, espressione della ‘maggioranza silenziosa’ contro la ‘minoranza casinara’ avversa all’opera. Si potrebbe discutere a lungo sul carattere ‘apartitico’ e sul fatto che abbia coalizzato tutte le forze politiche ostili alla Sindaca Appendino (da PD a Forza Nuova, con l’eccezione di Casa Pound che però ha sostenuto con un comunicato i contestatori del progetto di ZTL nel centro di Torino), fiere nemiche di alcuni capisaldi ambientalisti del M5S, issati con orgoglio dai pentastellati quando si trovavano ai banchi dell’opposizione e timidamente avanzati una volta al governo. Tuttavia, concentrarsi su questi aspetti equivarebbe a buttarla in caciara, creando cioé proprio quella cortina fumogena tanto desiderata dai SI TAV. Sono stati pubblicati ottimi articoli sulla manifestazione del 10 novembre: per quanto riguarda la confutazione delle argomentazioni tecniche ed ecologiche, rimando a quanto scritto da Paolo Mattone, Livio Pepino e Angelo Tartaglia (dove replicano anche alla nuova sparata sul Frejus fuorilegge dal 2020), mentre su comune-info Miguel Martinez ha approfondito il valore quasi totemico attribuito a questa grande opera – di cui, a parte alcuni scavi per il famigerato tunnel in Val Susa, al momento non esiste alcun metro di binari realizzato dei 270 km previsti – allo scopo di esorcizzare la paura di un mondo che sta profondamente cambiando.
Ma ciò che forse rende più di tutto emblematico l’evento è la sua tempistica. E’ stato infatti indetto a ridosso dell’ondata di maltempo che, nel giro di una settimana, ha causato trenta morti e miliardi di euro di danni, quasi un bilancio di guerra. Dopo un fatto di tale gravità, puoi scendere in piazza chiedendo gioiosamente nuove colate di cemento solo se pensi, alla maniera di Salvini, che il dissesto idrogeologico sia da imputare all”ambientalismo da salotto’ che permette all”alberello killer’ di causare il disastro, cioé ipotesi ampiamente smentite dalla scienza.
A volte le immagini parlano più di tante parole. Guardate la straordinaria somiglianza tra lo scenario degli alberi abbattuti dal meteorite che ha colpito la regione siberiana di Tunghuska nel 1908 con quello delle prealpi venete devastate da precipitazioni totalmente fuori dalla norma.
Tutto ciò testimonia di come gli sconvolgimenti climatici abbiano superato la ‘semplice’ soglia delle fastidiose situazioni di afa estiva e di qualche temporale un po’ più sostenuto del normale, per assumere proporzioni sempre più distruttive e ingovernabili. Ovviamente, si può fare spallucce ostentando un bel sorriso e scherzarci su, come una delle simpatiche organizzatrici della manifestazione:
Gentile signora Giordano, mi permetta per un istante ancora di ‘non lasciarla vivere’. Non la condanno per la posizione sociale privilegiata che occupa, se non per il fatto che le offrirebbe tutti i mezzi non solo per informarsi adeguatamente sul pensiero della decrescita e sulle vere ragioni dei contestatori della TAV, ma soprattutto di prendere coscienza della gravità del degrado ambientale regionale, nazionale e planetario. La sto semplicemente invitando a seguire uno dei principi che leggo dal sito Web del distretto del Rotary Club a cui aderisce, cioé lo “sviluppo delle conoscenze come opportunità per rendersi utili”, che guarda caso è proprio quello che tentano di fare (con i loro enormi limiti ) molti nella mia posizione, pur non godendo – diversamente da lei – dell’appoggio di una potente organizzazione ramificata a livello internazionale. Mi consolo nella consapevolezza che, denunciando la devastazione ecologica, faccio un favore non richiesto anche a chi mi augura di sparire in una valle.
Igor ho da dirti solo bravo ! A me non fa piacere che in piazza a Torino ci fosse tanta gente, ma mi dispiace assai che anche tra i promotori della manifestazione, come la signora Adele Oliviero ospitata nella trasmissione 8 e mezzo di Lilli Gruber non ci sia nessuna informazione né dei rischi ambientali legati alla realizzazione dell’opera (NB per sua stessa ammissione !), né dell’inutilità commerciale. E’ noto che le merci possono già transitare sull’attuale linea ferroviaria, mentre ai normali passeggeri in transito tra l’Italia e Parigi non fregherà mai niente di sostituire con la TAV gli attuali ed efficienti collegamenti aerei. Per cui la necessità di quest’opera diventa un dogma, senza una buona ragione vera e propria, nemmeno quella del rilancio dell’economia, che verrebbe di gran lunga più rilanciata se gli investimenti previsti fossero dirottati sul miglioramento della rete ferroviaria italiana periferica e sulla manutenzione del territorio. Ma non c’è peggior cieco di chi non vuol vedere…