Dizionario delle migrazioni

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Non sono veramente in grado di esprimere a parole il disgusto provocatomi dalle vicenda della nave Aquarius, tra dichiarazioni roboanti dei politici nostrani ed esteri, pseudogiornalismo, farneticazioni da social network. Volevo scrivere un pezzo assolutamente ‘serio’ sul tema (svariate volte ho affrontato il discorso migrazioni su DFSN) ma, non appena ci provavo, l’amarezza bloccava qualsiasi mia vena creativa, malgrado abbia tante cose da dire sull’argomento. Siccome non volevo starmene zitto, ho scelto incautamente di affidare la tastiera a quel lato della mia personalità che è rimasto un adolescente iconoclasta appassionato di punk-rock malgrado oggi io sia quarantenne, rugoso e pelato, lasciandogli libero sfogo. Il risultato è un pezzo all’insegna del black humor che forse non dovrebbe essere letto da nessuno e di certo non avrebbe mai dovuto essere scritto: eccovi allora il Dizionario delle migrazioni, ultimissima edizione aggiornata ai recenti fatti di cronaca.

Aquarius: nave il cui nome resterà negli annali a ricordare cinismo e/o facciaculismo ostentati dai governi dell’Italia e dei principali stati euroepei.

Antifascista: chi attacca inutili predicozzi a gente di orgogliosa fede razzista invece di analizzare e condannare il funzionamento dell’economia-mondo. Se l’antifascista in questione non ritiene conveniente disvelarlo, allora va derubricato, nella migliore delle ipotesi, alla categoria ‘radical chic’ (vedi).

Bonino Emma: una delle tante persone che ora perora la necessità di aiutare i migranti dopo aver passato l’intera esistenza a sostenere la necessità della globalizzazione e del libero mercato, forse la principale causa delle migrazioni. Coerente come un vampiro che chiedesse di aiutare i pazienti bisognosi di trasfusione.

Buonista: insulto contro il quale è impossibile trovare replica adeguata, in quanto nessuno tenterà risposte del tipo: “Non è vero, sono cattivo fino al midollo!”.

Colorato: usato in espressioni come ‘persona colorata’, ‘popoli colorati’, trattasi di parola impiegata da chi ostenta il rifiuto del politicamente corretto per non dire ‘sporco negro’.

Confine nazionale: concetto astratto che dovrebbe respingere esseri umani attraendo contemporaneamente le merci. L’esperienza pratica ha dimostrato che le migliori discussioni sulla necessità di difendere i confini nazionali avvengono consumando grandi quantità di derivati del petrolio a bordo di un SUV, mentre si sorseggia caffé e si assaggia cioccolata conversando amabilmente tramite uno smartphone assemblato in Cina.

Diritti umani: barzelletta di cattivo gusto.

Economia-mondo: qualcosa di cui bisognerebbe conoscere il funzionamento per non straparlare di migrazioni in un senso o nell’altro.

Emergenza emigrazione: situazione massmediatica dove ci si divide in buoni e cattivi senza riflettere minimamente sulle cause delle migrazioni.

Esercito industriale di riserva: espressione marxiana riportata prepotentemente in auge da sedicenti filosofi per indicare l’utilizzo dei migranti come manodopera a basso costo ai danni dei lavoratori autoctoni. Recenti studi hanno dimostrato che chi vi ricorre con frequenza soffre di improvvise amnesie quando fa la spesa al discount.

Flat tax: perché mica si può parlare tutto il tempo solo di migrazione! Specialmente con l’Italia fuori dai mondiali.

Identità culturale: scoperta da molte persone che per anni hanno avuto come principali punti di riferimento Zelig e la Gazzetta dello sport quando hanno avuto bisogno di una religione e una cultura da opporre a quella dei migranti, specialmente se ‘colorati’.

Identitario: sostenitore dell’identità culturale, si riconosce perché può fare uso improprio di rosario e/o bandiera tricolore.

Invasione: atto compiuto a bordo di bagnarole da alcune decine di migliaia di persone, per lo più povere, disarmate e appartenenti a svariati etnie (talvolta in situazione conflittuale tra loro) contro nazioni di milioni di abitanti, tra le più sviluppate del pianeta e vantanti alcuni dei più potenti arsenali militari.

Italiani: popolo con un passato ma soprattutto un presente di migrazione (attualmente ci sono più italiani emigrati all’estero che immigrati in Italia).

Lega Nord: camaleonte europeista, secessionista e globalista negli anni Novanta attualmente antieuropeo, nazionalista e sovranista.

Libia: al pari della Asgaard dimora delle divinità nordiche, nazione mitica che dovrebbe selezionare i migranti provenienti dall’Africa sub-sahariana. Un po’ Odino e un po’ Eichmann, insomma.

Macron Emmanuel: presidente francese molto aperto verso la causa dei migranti (degli altri).

Movimento 5 Stelle: non pervenuto in materia di migrazione, si consulti direttamente la voce ‘Lega Nord’ o meglio ancora ‘Salvini Matteo’.

Migrante economico: il termine ‘economico’ accanto a ‘migrante’ sarebbe pleonastico in quanto un ‘migrante non economico’ è banalmente un turista. La dicitura più corretta sarebbe quindi ‘migrante che non sta scappando dalla guerra ma è qui solo per migliorare la propria esistenza quindi si può rispedire al mittente senza scrupolo morale alcuno’.

Nuova destra: si differenzia dalla vecchia per l’uso ipertrofico dei social network.

ONG: a seconda delle visioni ideologiche, bene o male assoluto.

Pacchia: condizione terminata il giorno 3 giugno 2018 per gli immigrati clandestini (di cui però questi si sono evidentemente accorti troppo tardi per goderne i benefici).

Politicamente corretto: concetto il cui ripudio legittima automaticamente qualsiasi idiozia. Esordendo con “io non sono politicamente corretto” potete tranquillamente lasciar andare i muscoli della bocca scollegando i fili del cervello e ottenere ugualmente considerazione.

Radical chic: a seconda delle circostanze, a) persona che ostenta sentimenti di vicinanza ai migranti vivendo molto lontana da essi b) insulto da affibbiare contro chi condanna razzismo e xenofobia quando non gli si riesce ad opporre alcuna valida argomentazione.

Rifugiato: colui che deve sperare in una guerra nel proprio paese di origine per il riconoscimento di tale status. Sarebbe stato quindi un grosso problema ottenerlo per i perseguitati dal nazifascismo negli anni Trenta o gente come Solženicyn.

Salvini Matteo: ministro degli Interni del governo Conte non criticabile in quanto da troppo poco tempo insediato al Viminale. Meglio giudicarlo per le attività in cui è impegnato da anni 24 ore su 24, come le campagne elettorali.

Saviano Roberto: persona affetta da grave forma di strabismo intellettuale.

Soros George: speculatore finanziario con fama di filantropo ritenuto da molti il grande burattinaio del pianeta, trattandosi invece di persona impegnata nel gettare la polvere sotto i tappeti. Nonostante sia molto odiato dai sovranisti, è in parte anche merito suo se questi ultimi hanno potuto godersi tranquillamente la vita prima di cadere dal pero e accorgersi che c’è qualche problema al mondo (o almeno nella parte più importante del mondo, cioé casa loro).

Sovranista: chi desidera la sovranità per sé e la globalizzazione per gli altri.

Tunisia: nazione nordafricana che esporta galeotti (se qualcuno si offende in Tunisia sbaglia – a queste parole dovrebbero infatti offendersi ovunque).

Unione Europea: armiamoci e partite.

Ventimiglia: cittadina ligure al confine con la Francia non più ricorrente nei pensieri di Emmanuel Macron (vedi).

PS: tutti i giudizi espressi sono attribuibili esclusivamente a Igor Giussani (o quantomeno alla parte mal cresciuta di lui) e non sono da considerarsi posizioni ufficiali di DFSN.

Immagine in evidenza: foto murales di Banksy

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Nasco a Milano il 7 febbraio 1978. Sono un docente precario di italiano e storia nella scuola superiore, interessato ai temi della sostenibilità ambientale e sociale. Insieme a Jacopo Simonetta ho scritto 'La caduta del Leviatano. Collasso del capitalismo e destino dell'umanità, edito da Albatross Il Filo.

1 commento

  1. Un piccolo appunto sul confine nazionale, definito “concetto astratto che dovrebbe respingere esseri umani attraendo contemporaneamente le merci”. Esatto, una specie di membrana selettiva che però non fa la cernita solo fra persone e merci ma discerne anche fra esseri umani ed esseri umani. Come si spiegherebbe altrimenti la fissazione sul tormentone che dobbiamo sorbirci ormai da troppo tempo secondo il quale “bisogna attrarre gli investitori”? Ignorando volutamente che da tempo ugualmente immemorabile si è reso evidente, per chi vuole capire, che può fare più danno UNO di questi agognati “investitori” che 1000 o 10000 di quegli esseri umani che stanno premendo alle nostre porte.

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