Il “Don Aldo” dalla sua posizione presidenziale statunitense, potrebbe organizzare un incontro fra scienziati negazionisti e scienziati affermazionisti e magari ottenere una vittoria grandiosa delle sue tesi strumpalate.
Anche perchè il popolo dei negazionisti, ma non scienziati, è tutt’ora numeroso e destinato a crescere, man mano che crescerà la paura di aver davvero manovrato maldestramente le leve del clima planetario.
Ma alla fine, non è che carbone, metano, petrolio ed uranio non abbiano aspettato per centinaia di millenni per incontrarci e averci come complici per vivere un breve, geologicamente parlando,
periodo di catastrofica gloria?
E così fosse, ricordiamoci dei versi del Magnifico Lorenzo:
Quant’è bella giovinezza,
che si fugge tuttavia!
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza.
Quest’è Bacco e Arianna,
belli, e l’un dell’altro ardenti:
perchè ‘l tempo fugge e inganna,
sempre insieme stan contenti.
Queste ninfe ed altre genti
sono allegre tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza.
Questi lieti satiretti,
delle ninfe innamorati,
per caverne e per boschetti
han lor posto cento agguati;
or, da Bacco riscaldati,
ballon, salton tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza.
Queste ninfe anche hanno caro
da lor essere ingannate:
non può fare a Amor riparo
se non gente rozze e ingrate:
ora, insieme mescolate,
suonon, canton tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza.
Questa soma, che vien drieto
sopra l’asino, è Sileno:
così vecchio, è ebbro e lieto,
se non può star ritto, almeno
ride e gode tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza.
Mida vien drieto a costoro:
ciò che tocca, oro diventa.
E che gioia aver tesoro,
s’altri poi non si contenta?
Che dolcezza vuoi che senta
chi ha sete tuttavia?
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza.
Ciascun apra ben gli orecchi,
di doman nessun si paschi;
oggi siàn, giovani e vecchi,
lieti ognun, femmine e maschi;
ogni tristo pensier caschi:
facciam festa tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza.
Donne e giovinetti amanti,
viva Bacco e viva Amore!
Ciascun suoni, balli e canti!
Arda di dolcezza il core!
Non fatica, non dolore!
Ciò c’ha esser, convien sia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza.
Aggiungo da poetastro che sono:
Voi, pipistrelli rondini e farfalle
chi vi spinge allo svolazzo
nel solleone nel buio della notte
per acchiappare goccia a goccia
e uno ad uno nettari ed insetti
e voi pigre ma voraci carpe
le cornute anagrammi a voi cugine
che ci fate qui a brucare alghe od erbe
anche voi lupi ed orsi e lontre
che siete longevi scaltri e accorti
non vedete in quale inganno Vita
vi ha attirati per recludervi
ignari tutti carpite le giornate
o siamo noi i ciechi i sordomuti
gl’imbecilli e mutilati esseri
che non godiamo di copiosa meraviglia
ma solo d’ossessione predatoria
ho visto il cimitero d’ossa paleolitiche
la salma del rondone spiaccicata
l’esoscheletro della libellula defunta
e mi è parso di udire una risposta
non so da quale antro della mente provenisse
ma è un ritornello di canzone giusta.
Ringrazio Marco per averci onorato di uno dei suoi componimenti; solo qualche dubbio sul numero effettivo dei negazionisti climatici, nel senso che mi sembrano più che altro una minoranza casinara, che però in politica è sempre alcuni passi avanti alla ebete maggioranza silenziosa.
Comunque, guardare solo all’entità numerica di un gruppo rispetto ad un altro non basta a comprendere i fatti.
Perchè, Pirandello ha ben chiarito, uno può valere oltre che essere, uno nessuno o centomila.
A seconda del podio o dello sgabello e del cortile o della piazza dove esterna il suo pensiero.
Una considerazione logica interessante sia peri negazionisti del clima che per gli affermazionisti
è che se il clima è cambiato per cause sovrumane, astronomiche, geofisiche, allora non ci resta che adattarci. Od invocare il miracolo.
Se le cause sono invece umane, potremmo anche riportare il clima allo stato precedente il cambiamento.
Dico potremmo e non possiamo, perchè tutta la faccenda è molto complessa, più di quando sia immaginabile da centomila tribù umane messe insieme.
Quindi è estremamente probabile che ci dovremo adattare comunque.
La differenza risiede nella durezza dell’adattamento.
Da morbido che poteva essere se avessimo cominciato l’adattamento decenni fa, ormai s’è fatto coriaceo e se sprechiamo altri anni si farà via via più duro, verso l’infrangibile.
Ma Sorella Morte ci dà una mano.
A meno che noi escogitiamo qualche invenzione per campare ciascuno di noi un paio di secoli ed oltre.
Marco Sclarandis.
Il “Don Aldo” dalla sua posizione presidenziale statunitense, potrebbe organizzare un incontro fra scienziati negazionisti e scienziati affermazionisti e magari ottenere una vittoria grandiosa delle sue tesi strumpalate.
Anche perchè il popolo dei negazionisti, ma non scienziati, è tutt’ora numeroso e destinato a crescere, man mano che crescerà la paura di aver davvero manovrato maldestramente le leve del clima planetario.
Ma alla fine, non è che carbone, metano, petrolio ed uranio non abbiano aspettato per centinaia di millenni per incontrarci e averci come complici per vivere un breve, geologicamente parlando,
periodo di catastrofica gloria?
E così fosse, ricordiamoci dei versi del Magnifico Lorenzo:
Quant’è bella giovinezza,
che si fugge tuttavia!
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza.
Quest’è Bacco e Arianna,
belli, e l’un dell’altro ardenti:
perchè ‘l tempo fugge e inganna,
sempre insieme stan contenti.
Queste ninfe ed altre genti
sono allegre tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza.
Questi lieti satiretti,
delle ninfe innamorati,
per caverne e per boschetti
han lor posto cento agguati;
or, da Bacco riscaldati,
ballon, salton tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza.
Queste ninfe anche hanno caro
da lor essere ingannate:
non può fare a Amor riparo
se non gente rozze e ingrate:
ora, insieme mescolate,
suonon, canton tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza.
Questa soma, che vien drieto
sopra l’asino, è Sileno:
così vecchio, è ebbro e lieto,
se non può star ritto, almeno
ride e gode tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza.
Mida vien drieto a costoro:
ciò che tocca, oro diventa.
E che gioia aver tesoro,
s’altri poi non si contenta?
Che dolcezza vuoi che senta
chi ha sete tuttavia?
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza.
Ciascun apra ben gli orecchi,
di doman nessun si paschi;
oggi siàn, giovani e vecchi,
lieti ognun, femmine e maschi;
ogni tristo pensier caschi:
facciam festa tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza.
Donne e giovinetti amanti,
viva Bacco e viva Amore!
Ciascun suoni, balli e canti!
Arda di dolcezza il core!
Non fatica, non dolore!
Ciò c’ha esser, convien sia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza.
Aggiungo da poetastro che sono:
Voi, pipistrelli rondini e farfalle
chi vi spinge allo svolazzo
nel solleone nel buio della notte
per acchiappare goccia a goccia
e uno ad uno nettari ed insetti
e voi pigre ma voraci carpe
le cornute anagrammi a voi cugine
che ci fate qui a brucare alghe od erbe
anche voi lupi ed orsi e lontre
che siete longevi scaltri e accorti
non vedete in quale inganno Vita
vi ha attirati per recludervi
ignari tutti carpite le giornate
o siamo noi i ciechi i sordomuti
gl’imbecilli e mutilati esseri
che non godiamo di copiosa meraviglia
ma solo d’ossessione predatoria
ho visto il cimitero d’ossa paleolitiche
la salma del rondone spiaccicata
l’esoscheletro della libellula defunta
e mi è parso di udire una risposta
non so da quale antro della mente provenisse
ma è un ritornello di canzone giusta.
Marco Sclarandis
Ringrazio Marco per averci onorato di uno dei suoi componimenti; solo qualche dubbio sul numero effettivo dei negazionisti climatici, nel senso che mi sembrano più che altro una minoranza casinara, che però in politica è sempre alcuni passi avanti alla ebete maggioranza silenziosa.
Comunque, guardare solo all’entità numerica di un gruppo rispetto ad un altro non basta a comprendere i fatti.
Perchè, Pirandello ha ben chiarito, uno può valere oltre che essere, uno nessuno o centomila.
A seconda del podio o dello sgabello e del cortile o della piazza dove esterna il suo pensiero.
Una considerazione logica interessante sia peri negazionisti del clima che per gli affermazionisti
è che se il clima è cambiato per cause sovrumane, astronomiche, geofisiche, allora non ci resta che adattarci. Od invocare il miracolo.
Se le cause sono invece umane, potremmo anche riportare il clima allo stato precedente il cambiamento.
Dico potremmo e non possiamo, perchè tutta la faccenda è molto complessa, più di quando sia immaginabile da centomila tribù umane messe insieme.
Quindi è estremamente probabile che ci dovremo adattare comunque.
La differenza risiede nella durezza dell’adattamento.
Da morbido che poteva essere se avessimo cominciato l’adattamento decenni fa, ormai s’è fatto coriaceo e se sprechiamo altri anni si farà via via più duro, verso l’infrangibile.
Ma Sorella Morte ci dà una mano.
A meno che noi escogitiamo qualche invenzione per campare ciascuno di noi un paio di secoli ed oltre.
Marco Sclarandis.