L’idividualismo sfrenato della società occidentale contemporanea, incentrato sul dato economico, sta dando i suoi frutti amari. Dal villaggio, dal paesino in cui c’è l’idea di comunità in cui l’individuo si sente parte di un gruppo e in cui il vivere sociale ha un senso, si è passati ai grandi centri urbani dove l’individuo è un codice fiscale (è il primo documento che il neonato riceve) ed ha importanza per gli altri solo in quanto entità economica. Da questo punto di vista il senzatetto non esiste o tutt’alpiù esiste come dato negativo in quanto pesa economicamente sulle casse del comune.
I discorsi che sentiamo da parte degli amministratori delle nostre città sono una sequela di dati e cifre riguardanti le spese sostenute, le tasse incassate, i posti di lavoro persi o creati mentre mai una parola viene detta che riguardi la qualità della vita degli individui dal punto di vista della salute e della felicità, cioè degli aspetti propriamente umani della persona.
Una attività è positiva se produce denaro su cui i cittadini sperano di mettere le mani per migliorare la loro posizione individuale. Non importa se tale attività produce inquinamento se rende l’aria irrespirabile per tutti il dato principale rimane quello economico.
Questo martellamento continuo che subiamo dalle tv dai giornali dalla radio sull’importanza della crescita economica sull’essenzialità del lavoro ha creato, come diceva Marcuse, una società composta di individui a una dimensione (quella economica) a cui tutto viene sacrificato. Abbiamo creato una società che non è a misura d’uomo ma a misura di impresa economica o meglio a misura delle multinazionali che governano il mondo riducendo, spesso, migliaia se non milioni di persone in miseria e in povertà.
L’umanità viaggia a tutta velocità su un binario morto fatto di risorse finite a fronte di una economia capitalista che per sopravvivere necessita della crescita continua.
Noi in quanto uomini abbiamo il dovere fermare questa corsa per riportare l’umanità ad agire per il bene di tutti.
Il movimento decrescente agisce in questo senso ma è necessario che cambi marcia, che provi altre vie come una discesa in politica perchè il tempo stringe e un lento cambiamento culturale non basta a chi quotidiniamente in tutto il mondo muore per l’inquinamento per la miseria e la fame o soffre per orari di lavoro massacranti.
La società occidentale è moralmente allo stato barbaro e se noi non agiamo in tutta fretta per fermare questa barbarie siamo complici dei milioni di casi di sofferenza che quotidianamente subiscono altri esseri umani che solo un caso fortunato a fatto si non toccassero anche a noi.
Gentile Diego, in tutta sincerità la sua analisi è un pò scontata. Giusta, per carità, ma insiste su concetti che sono stati ampiamente sviluppati da molti di coloro che hanno puntato l’indice sull’assurda deriva intrapresa da anni dalle società occidentali. Condivido del tutto invece l’appello ad una discesa in campo anche sul terreno politico. Abbiamo un bel da cambiare le nostre coscienze e le nostre sensibilità, ma senza un’azione collettiva e organizzata verremo sempre snobbati e non incideremo mai sulle scelte di sistema. L’esempio, come ho già avuto modo di scrivere, è quello fornito dal movimento NO-TAV della val di Susa
..hai ragione Danilo, quel che scrivo nel mio mini articolo è abbastanza scontato; il fatto è che i temi della decrescita, oggi, dovrebbero essere attuali e condivisi da tutti e non mi spiego come la maggioranza delle persone non ne tenga minimamente conto. Certo è che per chi subisce le conseguenze della nostra società perversa il tempo stringe e il movimento dovrebbe accellerare ed essere qualcosa di più che un semplice movimento di opinione…ciao…
Pienamente d’accordo sulla discesa in politica!
personalmente è dal 2012 che ho deciso di attivarmi civicamente e politicamente per “fare qualcosa”. Ma preparatevi. E’ dura.
Non vorrei sembrare razzista..ma la maggior parte della popolazione è limitata intellettivamente. E credo che questo sia un limite quasi invalicabile. Dopo tutti questi anni ho tante perplessità …non sono certa che sia possibile…o forse i tempi non sono ancora maturi.
Sarebbe meglio decrescere in maniera consapevole (e quindi felice) ma la maggior parte decrescerà e sarà terribilmente infelice.
E quello che a noi sembra ovvio e scontato per la maggior parte è incomprensibile….
Mi fermo qui. Ho delle idee in proposito sulla discesa in politica ma non voglio assolutamente invadere spazi ..se dovesse nascere un’altra discussione in merito parteciperò molto volentieri.
Oppure potresti scrivere articoli tu sul sito. http://www.decrescita.com/news/collabora/