Il sogno della nuova frontiera

0
2501

carovanaSono appena rientrato da una conferenza negli Stati Uniti, vicino a Salt Lake City. Nello stato “Mormone” dello Utah si respira ancora l’aria della frontiera, dei cow-boys e dei cercatori d’oro, ma soprattutto dei pionieri che attraverso fatiche incredibili erano giunti li in cerca della loro felicita`.

Dopo aver lasciato la vecchia Europa, attraversato l’oceano, deserti e montagne ghiacciate doveva sembrare semplice coltivare un pezzo di terra, allevare una mandria di mucche e vivere felici nella prateria. A quel tempo, l’equazione: lavoro serio = felicita` poteva essere in qualche approssimazione vera. Certo molti erano morti nel viaggio, altri cadevano per malattie e stenti, ma i piu` riuscivano a creare qualcosa di solido nel nuovo mondo.

Era un mondo illimitato e vergine, da cui si poteva attingere a piene mani se ci si rimboccava le maniche a lavorare. Ed era illimitato soprattutto grazie alla bassissima densita` di popolazione che poteva sopravvivere egregiamente in modo completamente autosufficiente. Certo c’erano ingiustizie, ma c’era anche spazio per arrangiarsi e far da se. Il sogno americano poteva funzionare per molti.

Questa esperienza, diversissima da quello che abbiamo vissuto noi europei negli ultimi 2000 anni, ha prodotto tanti sogni tra cui quello “americano”… e quelli dei “profeti mormoni” che si sono addirittura sognati un libro scritto su tavole d’oro e dettato da Dio… (pare che queste cose succedano almeno una volta ogni cinquecento – mille anni…).

Ma oggi le cose sono un po’ cambiate. Anche li come nel resto del mondo “moderno”, l’agricoltura e` ampiamente meccanizzata e quindi si serve del petrolio che certamente non e` prodotto localmente. Ecco che l’autosufficienza e` sparita, il paese e` diventato parte del mondo globale e pertanto e` intrinsecamente limitato. Pero` devo ammettere che, se solo si volesse fare lo sforzo, quel tipo di paese in particolare potrebbe ritornare autosufficiente. Le praterie sono ancora li, ampie abbastanza da produrre cibo ed energia da fonti rinnovabili per tutti, dato che non sono poi moltissimi a viverci.

Da noi, e nel resto del mondo, le cose sono andate peggio. Da un paio di secoli non c’e` quasi mai piu` stato abbastanza spazio per l’autosufficienza e certamente tale spazio non c’e` piu` oggi in quasi nessun paese al mondo, che si faccia uso o meno di energie rinnovabili.

Ed allora diventa d’obbligo cercare alternative… alcuni americani, per fortuna non molti, animati dallo spirito di conquista dei loro avi, pensano di poter trovare nuove fortune nella colonizzazione del Sistema Solare… noi, all’estremo opposto, pensiamo di poter ritornare autosufficienti grazie alla riduzione dei consumi e alla localizzazione della produzione, grazie a sistemi economici non basati sul profitto ma piuttosto su un onesto scambio di beni.

Questa e` la nuova frontiera, quella di un mondo finito e limitato, sovrapopolato e sovrasfruttato, oppresso da logiche nate sotto ipotesi completamente diverse e da interessi e debiti quasi impossibili da cancellare.

Si tratta di una nuova frontiera che richiede nuovi sogni che in qualche modo condividiamo su questo sito.

Ma io penso che in ogni caso, il successo di qualunque societa` sara` sempre basato su una buona dose di serio lavoro.

Chi fa una qualunque fatica, sia fisica che intelettuale, per raggiungere un onesto risultato, conosce bene la soddisfazione alla fine della giornata… soddisfazione che diventa felicita` quando tale risultato e` riconosciuto da altri per la sua utilita` ed importanza, ripagato innanzitutto dalla stima e gratitudine altrui.

E, tanto meno saranno le risorse disponibili, tanto piu` sara` necessario lavorare duro. Ma se avremo educato le nostre genti a dedicarsi ad un onesto lavoro, utile per la comunita` e volto allo sviluppo delle varie capacita` creative individuali nel rispetto altrui e dell’ambiente la felicita` sara` garantita e potremo dormire e sognare tranquilli…

forse che ci dobbiamo procurare un nuovo profeta sognatore?

CONDIVIDI
Articolo precedenteSharing Economy: un’opportunità di condivisione
Articolo successivoCRITICA DELLA CRITICA. CONFRONTARSI CON GLI AVVERSARI DELLA DECRESCITA- TORINO 7 SETTEMBRE 2015
Non credo nelle definizioni, ma dovendone scrivere una mi posso definire un inventore appassionato di autosufficienza. Ho studiato ingegneria meccanica, servito come ufficiale di Marina e fatto varie esperienze lavorative, dalla multinazionale al piccolo ufficio di progettazione. Poi ho deciso di diventare imprenditore nel campo della ricerca e sviluppo, realizzando sistemi di propulsione per nanosatelliti, sistemi ottici e nanosatelliti completi che permettono di ottenere immagini della terra a costi migliaia di volte inferiori a quelli dei satelliti normalmente usati dai governi e dalla grande industria. Negli ultimi anni mi sono dedicato allo studio di come le moderne tecnologie possono essere d'aiuto in una societa` sostenibile ed a misura d'uomo e ritengo di aver trovato la soluzione a patto di trasformare l'organizzazione del lavoro in modo da rivalutare la creativita` e l'efficienza dell'individuo in tutte le sue capacita` rispetto alla massimizzazione del profitto monetario.

Lascia un commento

Inserisci il tuo commento
Inserisci qui il tuo nome

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.