Stretto fra Cina ed India a sud della catena dell’Himalaya esiste un piccolo stato buddista: il Bhutan Organizzato in maniera semplice ma efficiente ,lontano dai modelli di società occidentale, sta diventando un esempio per lo stesso mondo occidentale; governato da una monarchia costituzionale , basa la sua politica su 4 punti :
la promozione di uno sviluppo equo e sostenibile,
la preservazione e la promozione dei valori culturali,
la conservazione dell’ambiente
il buon governo.
Qui oltre il 90% della popolazione, attiva, è impegnata nel settore agricolo.
Se esaminassimo la ricchezza di questo villaggio prendendo indicatori basati sull’indice del Prodotto interno lordo, il Bhutan apparirebbe come una delle nazioni più povere della terra; contrariamente qui nessuno muore di fame, non esistono mendicanti, né criminalità, più dell’80% della popolazione ha accesso gratis alla sanità e all’istruzione pubblica.
Saggiamente in questo stato la misurazione della prosperità e del benessere non è stata affidata al PIL ma al FIL : indice di Felicità Interna Lorda
Se il mondo è abituato a considerare il benessere delle nazioni in termini di prodotto interno lordo, ovvero di mera ricchezza economica, ovvero di mera ricchezza economica, ora qualcuno si sta rendendo conto che è una classificazione che va un po’ stretta e che, in fondo, la felicità della gente non è cosa che si compra o che si possa sottostimare. E così si sono ritrovati in circa 400, provenienti da più di una dozzina di Paesi, in unconvegno tenutosi alla St. Francis Xavier University di Halifax, in Nova Scotia, Canada, per discutere su una nuova e più ricca definizione di «prosperità». Definizione che suona così: bilanciamento tra benessere pubblico e soddisfazione della gente. Tra i partecipanti al convegno c’erano una quarantina di rappresentanti del Bhutan — professori, monaci, rappresentanti governativi e altri — venuti a promuovere, forse anche un po’ a insegnare, ciò che in questo Paese himalayano, grande come la Svizzera, si è imparato per quanto riguarda la costruzione di una società soddisfatta e felice. Mentre il prodotto interno lordo del Bhutan rimane tra i più bassi al mondo, l’aspettativa di vita è aumentata di 19 anni dal 1984 al 1998, arrivando a una media di 66 anni. Il Paese, che ora si prepara a passare a un regime di monarchia costituzionale, con un governo eletto dal popolo, ha stabilito che almeno il 60% delle sue terre rimangano foreste, che solo un limitato numero di turisti vi possano entrare e, intanto, esporta energia idroelettrica verso l’India. «Dobbiamo pensare al benessere umano in termini più ampi», ha detto al New York Times Lyonpo Jigmi Thinley, ministro dell’Interno ed ex primo ministro del Bhutan. «Il benessere materiale è solo una delle componenti. Che non assicura che voi siate in pace con l’ambiente che vi circonda e in armonia gli uni con gli altri». Un concetto che affonda le radici nella dottrina buddista che solo una decina di anni fa sarebbe stato sbeffeggiato dalla gran parte degli economisti, soprattutto di scuola statunitense, per i quali la crescita economica è il fattore base al di là di teorie basate su ideali giudicati ingenui.
Fonte: Corriere Canadese”
http://www.risveglio.net/C1159018468/E20051008151547/index.html
“Bhutan: la filosofia del F I L (Felicità Interna Lorda)
22 marzo 2008, 17:32
I quattro pilastri del Gnh (Gross National Happiness) sono:
la promozione di uno sviluppo equo e sostenibile,
la preservazione e la promozione dei valori culturali,
la conservazione dell’ambiente
il buon governo.
Il Re del Bhutan ha chiesto la collaborazione internazionale per mettere a punto strumenti di investigazione idonei per misurare i progressi concreti di questa impostazione, voluta nel 1972 dal padre dell’attuale re allora 17enne considerato un pò freak.
Sul piano macroeconomico, la prosperità e il benessere sono ancora prevalentemente misurati in termini di Pil. E questa misura rispecchia inesorabilmente la forma, i contenuti e i valori della società. Ma il Pil è un indicatore economico che non considera le condizioni e la gratificazione dei lavoratori. Paradossalmente, persino un aumento della criminalità, delle catastrofi naturali o delle guerre può determinare una crescita del Pil, anche se il benessere e la felicità delle persone stanno in realtà diminuendo. Del resto, lo dicevano poeti e filosofi dell’antichità: la felicità va ricercata dentro, non nei beni materiali.
Un piccolo regno, nell’area terzomondista, che sta dando lezioni di lungimiranza e modernità ai più progrediti stati occidentali.
Anche le elezioni indette dal nuovo re sono un sintomo del processo di modernizzazione in atto in Bhutan, e se da un canto resta irrisolta la posizione dei tantissimi lavoratori nepalesi che non godono di alcun diritto, bisogna pur considerare che il piccolo paese, per la sua morfologia e la fragile economia, non può accollarsi il destino di tutti questi profughi che negli anni ha si, sfruttato come manodopera per i lavori più umili, ma è pur vero che nel contempo ha offerto un porto sicuro dalle persecuzioni del paese d’origine.
Ricordi di un paese, dove pur essendoci abbondanza di acqua, la città di Thimpu aveva in funzione un piccolo ma efficiente depuratore che riciclava le acque reflue per scopi irrigui, ma che gli impiegati dell’impianto erano orgogliosi di bere per dimostrare la sua purezza.
Una bella lezione per noi italiani, che pur vantando maggiori risorse soffriamo di inquinamento dei mari, dei fiumi, dei laghi e dove frane, allagamenti e altre calamità sono il risultato del dissesto idrogeologico; e dove ancora oggi si sente parlare di siccità e città e campagne a secco.
Anche gli economisti dovrebbero trarne le dovute conclusioni. “ Alfama
http://www.tripadvisor.it/ShowTopic-g293844-i10038-k1835998-Bhutan_la_filosofia_del_F_I_L_Felicita_Interna_Lorda-Bhutan.html
Bhutan è un piccolo angolo di paradiso ai piedi di una delle catene montuose più belle del mondo, meta ambite di ogni scalatore che per toccarne la cima rischia la vita, ma quando e, se arriverà, sulla vetta scoprirà cosa sia veramente la felicità.
Se chiedi a un occidentale in cosa consista la felicità molto probabilmente ti risponderà : “nell’avere denaro per comprare tutto ciò che mi serve”
Se chiedi a persone che vivono nel Buthan cosa sia la felicità….. in questa risposta sotto citata, si capisce cosa sia per loro la felicità,”
“La ricchezza reale del Bhutan è che ci sentiamo umani“, dice Tshewang Dendup, un laureato presso la University of California, Berkeley, che ora lavora al Bhutan Broadcasting Service.” Forse siamo geograficamente un po’ isolati dal mondo, ma ci sentiamo parte di una comunità vivente che non è solo collegata con dei fili. Ecco perché il 95 percento di noi studenti di scambio torna a casa. In generale, dobbiamo ammettere che la gente qui è felice“.
“La ricerca individuale di felicità e di libertà interiore ed esteriore è lo sforzo più prezioso.” ha dichiarato Thinley “Una politica ideale dovrebbe perciò promuovere questa impresa. Ciò che è necessario è chiedersi come i drammatici cambiamenti del 21° secolo influenzeranno le prospettive di felicità e come la tecnologia dell’informazione influenzerà la felicità delle persone“.
https://fabiomarzocca.wordpress.com/tag/buthan/
…che meraviglia…seguimi sul mio blog…economia decrescente….condivido appieno e predico questi ideali…
Nota molto interessante su una realtà poco conosciuta. Conosco, un po’, l’ universo India. Una situazione ‘ molto diversa.